Vorrei ricominciare a parlare di libri. In realtà i primi 2 li ho letti qualche mese fa, il terzo invece di recente.
Eloy Moreno, “Ricomincio da te” (Corbaccio)
Quando la vita va troppo stretta, Quando è a rischio anche l’amore, L’unica soluzione è ricominciare
Un uomo come tanti, una moglie, un figlio piccolo, un impiego in una società di software, i colleghi, la vita scandita dagli orari, la routine che si trasforma in una prigione, dove anche l’amore e gli affetti famigliari diventano giorno dopo giorno una sequenza senza senso di monotoni gesti sempre più aridi… finché quest’uomo si perde e perde tutto: il lavoro, l’amore, la famiglia e allora fugge lontano, alla ricerca di se stesso, della sua infanzia, dei suoi sogni e quello che avrebbe voluto diventare se avesse ascoltato il suo vero io… e quando tutto sembra perduto, scopre che forse ancora una speranza c’è!!! A tratti angosciante e paranoico, l’autore talvolta indugia un po’ troppo nei particolari però arrivando in fondo l’ho rivalutato. Emozionante.
Clara Sanchez, “La voce invisibile del vento” (Garzanti)
Conosci la voce del silenzio? Ti fidi del buio? Ti fidi di te stesso? Devi trovare una risposta, o sarà troppo tardi.
Julia arriva con il marito Felix e il figlioletto Tito di pochi mesi a Las Marinas, località della costa spagnola, dove trascorreranno le vacanze. Ne ha bisogno perché è molto stanca e provata dalla recente maternità, ma appena arrivati a destinazione, accorgendosi di aver dimenticato il latte per il bambino, Julia esce per comperarlo. Ma è scesa la notte e nell’oscurità non è più in grado di ritrovare la strada per tornare da suo marito e da suo figlio. Vaga per le strade di una cittadina sconosciuta che somiglia a un labirinto senza senso e affronta una serie di ostacoli e di disavventure che la metteranno a dura prova. Soprattutto deve fare i conti con un uomo misterioso e affascinante, che forse ha già incontrato nel suo passato e che probabilmente è la chiave per tornare alla sua vita. Nel frattempo il marito non smette di lottare per farla tornare da lui perché Julia in realtà è in coma in un letto di ospedale a seguito di un incidente d’auto… Scritto sapientemente con la doppia visuale alternata del punto di vista di Julia e di quello di Felix, la lettura scorre veloce anche se con ritmo angosciante. Claustrofobico.
Luca Bianchini, “Io che amo solo te” (Mondadori)
un romanzo sulle gioie segrete, sull’arte di attendere e sulle paure dell’ultimo minuto.
Siamo tutti invitati al matrimonio sfarzoso e kitch di Chiara e Damiano a Polignano a mare, tranne il maestrale che si presenta inaspettato alla vigilia della cerimonia, a portare dubbi e scompiglio a tutti i protagonisti. Un romanzo sull’amore in tutte le sue forme: quello nascosto della mamma della sposa Ninella per il padre dello sposo Mimì, legati da un amore che non ha potuto realizzarsi, quello degli sposi che dovrebbe essere perfetto e invece all’ultimo sembra vacillare, quello adolescenziale della sorella 17enne della sposa che vuole assolutamente perdere 5 chili e la verginità, quello gay del fratello dello sposo che per salvare le apparenze e il buon nome della famiglia si presenta al matrimonio con una finta fidanzata ma finirà per doversi dichiarare. Come in tutti i suoi romanzi, Bianchini ci presenta una esilarante carrellata di personaggi indimenticabili, dalla zia trasferita in Veneto che dice “voi meridionali” al truccatore che minaccia la sposa di non piangere per non rovinare il make up. Leggendolo sembra quasi di risentire le note della vecchia canzone di Sergio Endrigo che dà il titolo al romanzo, che si perdono in una malinconica festa e si confondono col rumore del mare… Corale